Solo i reati «accertati» dalla Commissione cagionano la proroga
Il raddoppio dei termini è vincolato alla fondatezza della notizia di reato inviata al PM
Continuano a “emergere” le sentenze relative all’ambito di applicazione del raddoppio dei termini per violazioni penalmente rilevanti e, per fortuna, pare che le Commissioni tributarie stiano interpretando la norma alla luce dei principi costituzionali in tema di diritto di difesa e di capacità contributiva.
In primo luogo, viene confermata l’autonoma potestà valutativa del giudice fiscale in ordine alla sussistenza del reato: in breve, se l’Agenzia delle Entrate non spiega il motivo per cui la fattispecie fiscalmente rilevante ha anche rilievo penale, l’accertamento, come normale, deve essere notificato, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione. Per contro, ove gli estremi del ...
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41