Il canone speciale Rai sui computer è la «goccia» che fa traboccare il vaso
Spettabile Redazione,
molti professionisti in questi giorni hanno ricevuto, dalle sedi regionali della Rai, inviti a regolarizzare le proprie posizioni pagando l’abbonamento speciale nel caso detenessero presso i propri locali un apparecchio televisivo. Non deve sfuggire che per la Rai un apparecchio, per essere considerato televisivo, deve essere atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive (RDL n. 246/1938). Rientrano, pertanto, in tale fattispecie i computer collegati ad internet. Gli intermediari abilitati, dopo essere stati obtorto collo “invitati” ad aderire alla convenzione con l’ADE per la trasmissione telematica di dichiarazioni e dati, e dopo l’annullamento del magro compenso per la spedizione delle dichiarazioni, oggi si vedono chiedere un altro balzello. Devi lavorare gratis per me e per lavorare mi devi pagare una tassa: spettacolare.
Non staranno meglio gli altri contribuenti: per adesso sono nel mirino i professionisti, ma quasi tutti i titolari di partita IVA possiedono un computer collegato ad internet e prima o poi saranno costretti a pagare il canone. È solo questione di tempo. Anche loro, peraltro, con il DL 223/2006, erano stati gentilmente obbligati a versare il modello F24 con modalità telematiche.
A questo punto, non mi resta che mettere in guardia anche tutti quelli che navigano in internet con il cellulare: un potenziale di riscossione illimitato, ma necessario per pagare gli ospiti di Sanremo (soldi ben spesi).
Questa potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. In caso di mancata sottoscrizione dell’abbonamento, non so con quali motivazioni potranno emettere un accertamento, ma se si presenta alla vostra porta un funzionario della Rai, vi rammento che, per essere legittimato l’accesso, deve essere munito di opportune autorizzazioni scritte e motivate, e il professionista deve essere presente.
Prevedo un’impennata del contenzioso su questa tassa: sarebbe un’opportunità per tutti i commercialisti mettersi d’accordo per coltivare questa bella forma legale di protesta.
Gian Paolo Benedetti
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Chiavari
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Caro Collega,
tocchi molto opportunamente un tema meritevole di essere affrontato (si veda “Canone speciale Rai solo per chi compie «audizioni in luogo pubblico»”).
Quella che si sta verificando è un’autentica scostumatezza interpretativa.
Ecco qualcosa di cui dovrebbe occuparsi un Decreto sulle semplificazioni degno di questo nome.
Invece no: mentre la RAI lancia la sua offensiva nei confronti di studi professionali e imprese, per lucrare canoni multipli, il Decreto sulle semplificazioni si concentra sui sistemi di controllo societario, per introdurre sindaci unici.
Enrico Zanetti
Direttore Eutekne.Info
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