La cessione intracomunitaria può essere provata con apposite clausole contrattuali
La soluzione di Assonime è idonea a dimostrare la buona fede del cedente, ma presuppone un potere contrattuale che hanno solo le imprese più grandi
La circolare Assonime n. 20 del 1° luglio 2013 esamina la prova delle cessioni intracomunitarie, in riferimento al presupposto della movimentazione dei beni dal Paese di origine a quello (diverso) di destinazione.
Le incertezze nell’individuazione degli elementi di prova sono dovute al mancato esercizio, da parte del legislatore nazionale, della facoltà contemplata dall’art. 131 della Direttiva n. 2006/112/CE, secondo cui spetta agli Stati membri determinare le condizioni per assicurare la corretta applicazione della non imponibilità prevista per tali operazioni e prevenire possibili abusi.
In assenza di una disciplina normativa in materia, assumono pertanto un’evidente rilevanza gli orientamenti della giurisprudenza e della prassi amministrativa.
Dall’analisi delle pronunce ...