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Per la rilevanza delle valutazioni nel falso in bilancio si deve partire dai «fatti»

Occorre intendere che cosa la legge di riforma pretende quando richiede che l’oggetto del falso sia costituito da «fatti materiali»

/ Vincenzo PACILEO

Martedì, 29 settembre 2015

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L’acceso dibattito tra gli specialisti sulla sopravvivenza delle valutazioni quale oggetto dell’informazione societaria suscettibile di rilevanza penale ai sensi degli artt. 2621 e 2622 c.c. mi induce a ritornare sulla sentenza n. 37570/2015 della Cassazione (si veda “Falso in bilancio ancora punibile” del 17 settembre) proprio perché non affronta il problema, quando invece avrebbe dovuto porselo sulla base della vicenda pervenuta alla sua attenzione.
Infatti, la Corte sostiene l’inconferenza nel caso di specie del tema delle valutazioni di bilancio in quanto l’imputazione riguardava la mancata esposizione di “poste attive effettivamente esistenti” nel patrimonio societario, quindi di fatti. In realtà, tale assunzione non sembra corrispondere ...

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