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Il «lato oscuro» dell’accertamento ci riporta nel «medioevo tributario»

/ REDAZIONE

Giovedì, 3 marzo 2016

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Non si è fatta attendere la risposta dei commercialisti alle parole “minacciose” di Rossella Orlandi, pronunciate due giorni fa in occasione della presentazione dei risultati 2015 dell’Agenzia delle Entrate. In quella sede, la Direttrice dell’Agenzia aveva sottolineato il “neo” delle poche risposte da parte dei contribuenti agli avvisi di irregolarità concernenti lo spesometro (817 su 13.626 comunicazioni inviate, pari al 6%), dichiarando che, a fronte del mancato funzionamento dell’approccio collaborativo finalizzato all’adempimento spontaneo, si sarebbe cambiato strategia: “Chi non ha risposto – aveva dichiarato Orlandi – conoscerà il lato oscuro dell’accertamento”.

Parole, ha commentato l’AIDC attraverso una nota stampa, che “ci riportano in un brutto medioevo che non avremmo più voluto vivere. In un Paese civile, non occorre minacciare il ricorso a norme draconiane: basta applicare quelle che ci sono, semplicemente, sistematicamente, equamente. Non siamo di fronte a misure straordinarie. Nessun coprifuoco o rappresaglia: si applichino le leggi, si evitino le minacce”.

Così il sindacato di categoria guidato da Roberta Dell’Apa, che ha voluto ricordare anche come i commercialisti, troppo spesso additati come “spalla” degli evasori, sono, al contrario, “schierati da sempre a favore del senso civico fiscale”. E il maggior avversario, in questo senso, non è l’imprenditore a cui si presta la propria consulenza ma, paradossalmente, “l’Amministrazione finanziaria, i burocrati e le leggi, sovrapposte, retroattive e incomprensibili”.

È da lì, quindi, che bisogna ripartire per “uscire dal medioevo tributario”, il cui abbandono passa necessariamente dalla “revisione dello Statuto del contribuente” e dalla sua elevazione a norma di rango costituzionale, provvedimento che la categoria richiede da tempo.

Sulla stessa lunghezza d’onda, l’Unione giovani commercialisti che, però, per criticare le frasi della Orlandi sceglie la strada dell’ironia. “Come sempre – si legge nel comunicato stampa – i ribelli commercialisti combattono la loro quotidiana guerra al fianco di imprenditori e contribuenti, cercando di districarsi nelle spire di un ordinamento fiscale complesso e bizantino”.

Ma, anziché confrontarsi con loro, professionisti che si sono sobbarcati “oneri e adempimenti illogici per permettere all’imperatore di turno di sbandierare annunci altisonanti”, si sceglie un’altra strada, “minacciare di far conoscere il lato oscuro dell’impero dell’Agenzia delle Entrate”. Nonostante ciò, i commercialisti “non smetteranno di combattere la loro battaglia”, certi che alla fine, proprio come in Star Wars (da cui proviene la citazione sul “lato oscuro” della forza), “il bene trionferà ancora una volta”.

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